UNA OCCASIONE PERSA, UNA SCELTA DA RIPENSARE

Nel corso del Consiglio Comunale di Camerino del 7/6/017 è stata discussa, tra l’altro, una mozione proposta dal gruppo consiliare di minoranza “Comunità e territorio” per la costituzione di una Commissione di Garanzia per la ricostruzione, con compiti di controllo e verifica delle procedure adottate e degli atti, nonché di informazione e trasparenza a favore della cittadinanza.

La mozione è stata respinta.

La mancata costituzione di tale commissione appare un errore in considerazione dell’immane lavoro di ricostruzione che attende l’intera comunità.

Da un calcolo approssimativo si può facilmente prevedere che per ricostruire solo Camerino occorreranno oltre due miliardi di euro, una vera e propria legge finanziaria. Il tutto, ribadiamo, solo per Camerino.

E’ un dato da far tremare i polsi a chiunque.

Già la Direzione Nazionale Antimafia, da tempo, ha lanciato l’allarme sulle infiltrazioni mafiose nelle Marche. Se non si vuol volare così in alto è sufficiente tener conto della forza organizzativa e dello “strapotere” delle grandi imprese che saranno presenti con i loro apparati complessi e di difficile gestione, data la scarsezza di personale nei nostri Comuni. Occorre tener presente, poi, che nel processo di ricostruzione, come si sta configurando, vi sono gruppi che, attraverso logiche che maturano nel chiuso di stanze lontane dalla partecipazione e dal controllo collettivo, acquisiscono incarichi, determinano il contenuto di appalti e, certamente, condizioneranno i tempi e, soprattutto, i costi delle operazioni. Per volare ancora più “basso” vi possono essere processi, a livello locale, di cui si intravedono già i primi segnali, di scelte che non appaiono il frutto di un pieno e consapevole senso della realtà, con effetti che potrebbero essere sostanzialmente inutili ai fini della ricostruzione.  Con conseguenti criticità per le casse comunali.

Quanto sopra accennato, ma il discorso è molto più complesso, impone la creazione di strumenti, anche consultivi che abbiano funzioni di garanzia e verifica delle procedure inviando proposte, consigli e indicazioni di pericoli di degenerazione di tutto il “sistema ricostruzione”.

A fronte di gruppi potenti e organizzati che possono mettere a rischio l’efficacia della ricostruzione occorre, necessariamente, creare strumenti di bilanciamento e controllo dei procedimenti, dei flussi finanziari e delle scelte tecniche di rilevanza.

E’ evidente che tutto ciò non può essere fronteggiato da una semplice giunta comunale e qualche impiegato dell’Ufficio tecnico o dalla segreteria, a prescindere da ogni buona volontà; tanto meno da un sindaco, Giunta o Consiglio Comunale. Le strutture di controllo e verifica della legalità non possono essere quelle ordinarie di una situazione ordinaria, e neppure si può attendere l’avvenimento di fatti dove, poi, altri organi provvedano a farvi fronte, quando il danno è fatto e la degenerazione del sistema è avvenuta.

L’idea dei Consiglieri di minoranza era indubbio positiva e non si può che invitare il Consiglio Comunale a ritornare sui propri passi creando degli idonei strumenti affinché non accada quanto è facilmente prevedibile.

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