Fin dalla discussione di novembre del decreto legge 189 l‘idea di realizzare una zona franca fiscale nelle aree del cratere ha visto impegnati sempre più soggetti: una prima proposta di legge dell’Onorevole Ricciatti, con il sostegno di Officina2630.it, depositata in Parlamento, è stata sottoscritta da quasi tutti i gruppi parlamentari (SEL, PD, M5S , PDL, Lega, Conservatori e Riformisti, Forza Italia, Civici ed Innovatori, Area Popolare/NCD, Democrazia Solidale/Centro Democratico, e Scelta Civica/ALA). Un ulteriore progetto coordinato da Unicam, Università di Camerino, su una “Zona franca urbana” e “Zona economica speciale” è stato presentato alla Camera. In Ultimo, Unimc, Università di Macerata, e Comune di Ussita hanno presentato la proposta denominata “Modello Ussita”. In questo modo si tiene alta l’attenzione su un tema certamente caro agli amministratori dei Comuni del cratere ed agli operatori economici che in essi operano.
Ogni progetto ha una sua fondamentale importanza pratica, non di meno in termini di risorse umane utilizzate in grado di guardare al futuro: tecnici del settore, giuristi, amministratori. Benché con alcune differenze attuative, il fine è comune: rilanciare le aree colpite duramente dal sisma attraverso la ripartenza dell’economia, punto focale del circolo di attività e vita sociale delle comunità. Evitando, anche in tal modo, il pericolo imminente di uno spopolamento sempre più probabile.
Fermo restando che il decreto 189 già contiene aiuti per privati, per la ripartenza delle pmi e delle attività economiche in genere: dai fondi sulla promozione turistica ai rimborsi per traslochi e depositi. Non sarebbe quindi forse più efficace concentrarsi su come accedere a tali fondi per il 2017? Per queste misure la legge esiste già, come già sono stanziati denari, restano solo da conoscere le modalità per usufruirne. Siamo sicuri che bypassando totalmente ciò che di buono è già a disposizione dei cittadini non si scelgano strade certamente più complicate e meno immediate? Soprattutto ora, quando l’idea di una zona franca fiscale sembra non essere stata inserita nel nuovo decreto, resta efficace puntare in un’unica direzione tralasciando palesi opportunità già aperte? Opportunità per le quali, ribadiamo, la legge esiste già, come già sono stanziati denari; restano solo da conoscere le modalità per usufruirne
Una concentrazione tale di uomini, energie e proposte non può che far bene, sia per chi è rimasto in queste terre vivendone ogni giorno le difficoltà e qui vuol continuare a rimanere, sia per chi è lontano e spera di tornare al più presto. Tuttavia il rischio della frammentazione dei progetti c’è, ed è evidente. Facciamo appello, quindi, a tutti gli attori di buona volontà che già lavorano per il bene di queste terre: unire le forze e camminare insieme, diretti verso il medesimo fine e concentrando le energie su un unico obiettivo. Magari smussando gli angoli delle differenze (francamente oggettivamente poche) esistenti tra una proposta e l’altra, nell’ottica di una collaborazione condivisa e comune.
Abbandoniamo la nostra miopia, e camminiamo insieme, perché solo insieme si può ripartire.