Era il 25 agosto 2016 quando 30 migranti del Gruppo Umana Solidarietà della provincia di Ascoli Piceno hanno iniziato a lavorare per la costruzione di un centro operativo comunale nelle vicinanze di Arquata, località fra le più colpite dal sisma.
All’indomani del devastante terremoto si è attivata non solo la macchina della solidarietà tra tutti i cittadini del luogo, ma anche un meccanismo difficilmente reversibile: l’opportunità del lavoro, fianco a fianco, tra locali ed immigrati. La condivisione di fatica, paura, lacrime, lavoro e pressione psicologica segna un momento indelebile nella vita di tutti gli “attori” del tragico scenario.
Lo stesso scenario che ha poi visto tristemente protagonisti anche noi camerinesi in ottobre.
Riflettendo sull’esperienza di Arquata, lontani da sterili quanto improduttive e dannose polemiche, ci siamo focalizzati su un aspetto molto pratico, sia dal punto di vista sociologico (di integrazione e collaborazione) che da quello economico: nell’emergenza e nella ricostruzione, con la mole enorme di lavoro sulle spalle degli impiegati comunali, spesso allontanati dalla normale amministrazione che resta indietro e rincorre a fatica le tante incombenze da gestire, pensiamo al volontariato. Riflettiamo sulla voglia, palesata da molti concittadini, di dare una mano alla macchina amministrativa.
Ci viene in mente come esempio il Comune di Cerreto D’esi, che apre fino all’estate un bando di “chiamata alle armi” per tutti i volontari che vogliono partecipare in qualche modo ed aiutare, fattivamente, la gestione della cosa pubblica.
Ma la proposta è più ampia ed inclusiva: perché non coinvolgere nelle tante possibilità di partecipazione efficace, utile e concreta proprio i migranti che qui a Camerino, o nei paese limitrofi, dimoravano? Perché non riproporre ciò che si è dimostrato efficace, soprattutto da un punto di vista di economicità, in altri Comuni? Non solo negli uffici, ma gli stessi operai del Comune potrebbero beneficiare di aiuti e sostegno per le tante attività giornaliere. Volontariato attivo quindi, per l’espletamento di varie pratiche fino al mantenimento del decoro urbano pubblico.
Pensiamoci.