CIÒ CHE SERVE? UN ASSESSORATO ALLA RICOSTRUZIONE ED UNO ALLA LEGALITÀ

Il terremoto ha indubbiamente provocato enormi interessi e appetiti da parte di molti. Non ci si riferisce, ovviamente, solo a coloro che ridevano dopo il terremoto de L’Aquila o quelli che in modo squallido parlavano della possibilità di enormi guadagni dopo il sisma del 2016, come si è appreso dalla pubblicazione di intercettazioni telefoniche. Con il denaro pubblico tutto diviene più facile per la creazione di stretti e oscuri legami tra certi imprenditori e politici alla ricerca del potere, o professionisti privi di scrupoli.

I flussi finanziari sono stati enormi e lo saranno ancora nei prossimi anni.

Il terremoto del 1997 ha lasciato dei segni che, purtroppo, hanno inquinato, in qualche modo, le nostre comunità. Il terremoto del 2016 non è certo paragonabile a quello del 1997 e, quindi, gli appetiti saranno ancora più grandi e l’inquinamento sarà certo, anche se non è possibile prevederne le proporzioni.

A questo si sommano le enormi difficoltà degli apparati amministrativi nella gestione dell’emergenza: strutture modellate per la gestione ordinaria e integrate solo parzialmente, accompagnate da una centralizzazione delle scelte sul modello che si era creato in occasione del terremoto de L’Aquila.

L’inadeguatezza delle norme e le indeterminatezze interpretative, sia giuridiche che tecniche, contribuiranno al processo di inquinamento facilmente prevedibile. Infine: ancora in molte zone non si è superata l’emergenza, che durerà a lungo, come in molte aree la ricostruzione non è partita e tutto ciò facilita la creazione di intrecci e accordi sottobanco di cui si percepisce l’esistenza ma non se ne comprende la proporzione.

Impedire il processo di degenerazione è un dovere e deve rappresentare un obiettivo: a livello locale vi è stato solo un timidissimo tentavo di portare certe problematiche in Consiglio Comunale. Tentativo che, comunque, è il limpido sintomo di un’esigenza di condivisione e di controllo sentita e percepita chiaramente in tutti i livelli istituzionali: sono state proposte commissioni per coordinare, supervisionare ed alleggerire il lavoro dell’amministrazione, in emergenza e nel post emergenza; sono state richieste consulte, con la partecipazione di rappresentanti del tessuto sociale cittadino. Purtroppo, le commissioni non hanno avuto fortuna mentre le consulte, dopo un prima entusiasta accettazione, sono anch’esse cadute irrimediabilmente nel nulla di fatto. Tuttavia gli argomenti discussi sono stati oggetto di moltissima attenzione da parte dell’opinione pubblica. Il che sottolinea che l’esigenza di dare vita a tali tipi di strutture di controllo e condivisione resta assolutamente sentita e ricercata dalla cittadinanza, che si rende ben conto dei rischi sopra descritti.

Una delle possibili strade ancora percorribili a livello locale è la creazione di due assessorati: uno alla legalità e l’altro alla ricostruzione.

Una struttura finalizzata ad insegnare alla legalità e al senso civico nonché a monitorare le problematiche che possono favorire la degenerazione economica e gli intrecci politici è una necessità impellente. Non solo per l’immediato ma soprattutto consci dell’incerto futuro che ci attende.

Altrettanto impellente appare essere il bisogno di un assessorato alla ricostruzione dove possa essere individuato un luogo ben preciso che possa al meglio gestire tutta l’attività politica e amministrativa relativa al terremoto; dove il cittadino e le aziende impegnate abbiano dei punti di riferimento precisi, superando le incertezze nelle scelte e nelle procedure.

I cittadini devono poter partecipare, e l’incolumità della collettività, incolumità intesa sotto tutti i possibili punti di vista, deve essere protetta. Poiché base di ogni rappresentanza istituzionale, ogni azione che persegua queste finalità, che risiedono negli statuti nonché nel pieno potere delle amministrazioni locali, deve essere necessariamente messa in atto e pretesa.