All’interno di un documento ufficiale del sito della Protezione Civile troviamo una spiegazione sintetica della procedura cosiddetta “FAST”:
“Tale procedura, disciplinata dall’OCDPC n. 405 del 10/11/2016, prevede una rapida ricognizione da effettuarsi o su singoli edifici o a tappeto su tutti i fabbricati ubicati in aree perimetrate indicate dai Sindaci stessi. L’esito della valutazione deve essere riportato dalla squadra su una scheda sintetica (scheda FAST) finalizzata a selezionare gli edifici agibili rispetto a quelli non utilizzabili immediatamente per una compromissione delle condizioni di sicurezza ascrivibile ad un danneggiamento del fabbricato o per condizioni di rischio esterno.”
Ed ancora: “La pianificazione delle attività nelle aree/edifici individuati avviene attraverso una suddivisione in settori e previa notifica del programma di sopralluoghi ai cittadini a mezzo stampa e/o altri strumenti di diffusione, da effettuarsi a cura del Sindaco/Centro Operativo sovracomunale.”
Molti cittadini si chiedono come mai ancora le procedure di verifica non siano arrivate a toccare la loro casa ormai abbandonata, lasciandoli nel dubbio e nell’incertezza rispetto alle valutazioni da fare su luogo di lavoro e dimora attuale. Molti, dalle strutture alberghiere marittime, allo stesso modo restano impossibilitati nel tornare a casa in maniera sicura, anche se la medesima abitazione è pur fuori della zona rossa. Non di meno i cittadini si chiedono, come mai, la procedura di “previa notifica del programma di sopralluoghi ai cittadini a mezzo stampa e/o altri strumenti di diffusione, da effettuarsi a cura del Sindaco/Centro Operativo sovracomunale” non sia mai stata messa in pratica, lasciando così larga parte della popolazione sfollata, spesso lontano dalla propria terra, totalmente allo scuro rispetto alle operazioni ed alla pianificazione in atto e nell’incertezza più totale su da farsi.